ATTENZIONE !
il CPI scaduto rischia di essere un problema serio e molto costoso

Spesso i titolari di alcune attività si trovano di fronte al dilemma di cosa fare quando il proprio CPI è scaduto e non è stato rinnovato.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, dobbiamo fugare ogni dubbio sul termine “attività” utilizzando un semplice esempio: un condominio con altezza antincendio superiore a 24m, dotato di autorimessa e di centrale termica risulterà soggetto a 3 attività di prevenzione incendi, una per “Edifici destinati ad uso civile”, una per l’autorimessa e una per la centrale termica, ognuna dotata di proprio CPI.
Specifichiamo inoltre che il certificato di prevenzione incendi, rilasciato dal competente Comando provinciale dei vigili del fuoco su istanza dei soggetti responsabili delle attività interessate, più comunemente conosciuto con l’acronimo CPI, è un certificato che attesta che l’azienda in questione rispetta quanto stabilito dalla normativa il sulla prevenzione degli incendi, e che pertanto sia in possesso dei requisiti di sicurezza antincendio previsti.
La validià di tale certificato non è illimitata nel tempo ma è soggetto a scadenza ogni 5 anni.
Come meglio specificato nella sezione doveri specifici dei VV.F., un titolare non può esercire l’attività in assenza di CPI o di SCIA ai fini antincendio, qualora necessaria.
Pertanto, se non vuoi rischiare di incorrere nelle sanzioni previste, e sommariamente descritte nella sezione sanzioni principali, ti invitiamo a prendere contatto con un professionista abilitato in ingegneria antincendio (iscritto nell’apposito elenco del Ministero dell’Interno).